lunedì 14 luglio 2014

I giornali nella storia di Ribera: I periodici degli anni '60

I periodici degli anni '60

di Raimondo Lentini

Con la nomina del sacerdote Gambino a direttore de "L'Amico del Popolo" aumentarono gli articoli che riguardavano Ribera in questo settimanale e quindi, probabilmente, non si è sentita più la necessità di informazione locale. Tra i corrispondenti riberesi ricordiamo l'avv. Nicolò Inglese, il prof. Vincenzo Cardillo, l'avv. Franco Messina e lo stesso direttore Gambino.
Negli anni '60 alcuni giovani studenti incominciarono a pubblicare periodici ciclostilati; nasceva così nel 1963 "Lo studente" che apriva il suo primo numero, del novembre 1963 (nel giornale non c’è la data, ma desumiamo dagli articoli), con la tragedia di Longarone dove il 9 ottobre 1963 il paese venne colpito dal disastro del Vajont. La strage, causata da una frana staccatasi dal monte Toc e precipitata nel bacino artificiale creato dalla diga di Vajont, provocò un'onda che scavalcò la diga e travolse il paese sottostante, distruggendolo e facendo 1.910 morti. Segue poi un articolo dal titolo "La guerra nucleare voluta dalla Cina", un altro di sport "Le milanesi del campionato", uno di spettacolo "Cosa fanno alla TV?", barzellette varie e un cruciverba. La redazione la si può leggere solo nel numero unico del dicembre 1963 ed è composta da due direttori responsabili: Giuseppe Marciante e Mario Cristallini, mentre i corrispondenti sono: Domenico Cibella, Aldo Terrana, Giovanni Castelli, Luigi Filippone, Matteo Tortorici e Caterina Monteleone; i collaboratori: Giuseppe Sorce, Giuseppina Sanfilippo e Teresa Ciancimino; disegnatore Jack Urso e segretario Giovanni Lupo.
Nell'agosto del 1964 esce il primo numero (Numero unico) di "Nuovi fatti". La direzione amministrativa del periodico era a Palermo in via Zisa 54, ma la sede redazionale a Ribera in corso Umberto 157, mentre veniva stampato presso la tipografia "Scuola Linotyp del Boccone del Povero" di via Pindemonte, 3 a Palermo.
I motivi della nascita del nuovo giornale vengono spiegati nell'editoriale a firma di Michele Natali dal titolo "In due parole perché è nato", estrapoliamo la parti più salienti:
"Per iniziativa di alcuni giovani riberesi è sorto il «Centro per lo sviluppo Economico-Culturale-Artistico-Sportivo», organo ufficiale del Centro è il periodico «Nuovi Fatti».
Questo foglio ospiterà liberamente tutti coloro che avranno qualcosa di nuovo da dire, e che chiaramente dal titolo lascia intendere le finalità da raggiungere.
Il periodico «Nuovi Fatti» è già un fatto nuovo per Ribera, ove le idee finora si sono perdute nell'aria in discussioni nei Circoli e nei bar; di natura il più delle volte polemiche, portati come si è a vedere nell'interlocutore il rappresentante o il simpatizzante di un partito politico che altro discorso non può fare se non quello capace di difendere, a torto o a ragione, il proprio «capataz». La finalità del periodico è quella di convogliare le idee di ciascuno in una pagina in cui, bandita la polemica diretta, che spesso porta a far dire ciò che non si pensa affatto di dire, troveranno spazio le meditazioni di chi si avvale di una esperienza e di una attività fattiva per il paese e l'aggressività e la spregiudicatezza di chi ha delle cose nuove da sottoporre all'attenzione degli altri. I giovani riberesi hanno manifestato la volontà di muoversi, la capacità di organizzarsi, ed è proprio a questo punto che necessitano dell'aiuto di tutti coloro che sono in grado di darlo: enti pubblici o privati, associazioni e partiti politici e tutti quanti, in una forma o nell'altra possono farlo. Gente nuova per fatti nuovi, insomma, e ci si augura solo che il movimento dei giovani riberesi non resti una bella idea, ma si concretizzi in realtà viva ed operante."
L'iniziativa del nuovo giornale era partita da Elio D'Amico (direttore responsabile) che coinvolse altri giovani. Sono usciti solo sei numeri dall'agosto 1963 al febbraio del 1965. Mentre La redazione è così composta: Mimmo Marchetta (direttore), Lillo Mannino, Franco Messina, Michele Natali, Salvatore Cacioppo, Nino D'Angelo, Giuseppe Valenti, Lillo Firetto, Neli Siracusa, Geck Scalia, Onofrio Triassi, Enzo Marrone, Nello Armenio, Filly Tortorici, Enza Artale, Margherita Lo Cascio, Laura Veneziano, Sebastiano Mulè, Fofò Cucchiara e Lillo Clementi. Si trovano nel giornale notizie locali, sportive, culturali, poesie, ecc.. Tra le altre firme di articoli culturali abbiamo notato quella del dottore Tommaso Riggio e del prof. Giovanni Farina.
Una rubrica interessante portava il titolo "Pari malu…" e  la firma del "fantasma di Alfonso Bracciodiferro" e vi si denunciavano le cose che non andavano in paese.
In una sua autobiografia il prof. Domenico Marchetta ci riferisce a proposito di questo giornale: «Il primo impegno giornalistico l'ho assunto stimolato da un gruppo di amici che volevano far nascere un periodico a Ribera. Così nacque "Nuovi fatti" (1964) che, ho saputo dopo, riecheggiava la testata di un giornale politico di cui non ero a conoscenza. Comunque "Nuovi fatti" divenne interessante in paese per una rubrica da me tenuta dal titolo "Pari malu" che trattava in modo critico, satirico e umoristico dei fatti e delle problematiche ambientali. Il titolo della rubrica mi era stato suggerito da una schietta e caustica persona: don Vincenzo Orlando, che tanti ricorderanno. "Nuovi fatti" durò solo qualche anno poiché di lì a poco fui chiamato in Sardegna per l'insegnamento.»



Il prof. Domenico (Mimmo) Marchetta

Stava terminando il decennio e Mimmo Marchetta era ritornato dalla Sardegna e a Ribera ci si stava preparando ad inaugurare la Biblioteca Comunale e in quell'occasione egli venne chiamato a dirigere un nuovo periodico "Trentagiorni". Infatti il primo numero, o meglio il numero unico, porta la data del marzo 1969 e la redazione è, naturalmente nella sede della Biblioteca nel corso Umberto al numero 32, ovverosia nella sua prima sede accanto al Municipio.
Ecco cosa dice nella sua autobiografia il Direttore di "Trentagiorni" a tal proposito: «Nello stesso periodo di "Nuovi fatti" mi sono impegnato per far nascere una biblioteca pubblica a Ribera. Il suggerimento mi venne dato da un intellettuale italo-americano, Tony Giacobbe, figlio di un riberese emigrato negli Stati Uniti. Tony si era stabilito a Ribera per un lungo periodo e siamo diventati amici. Siamo stati arricchiti dalle conoscenze culturali che lui aveva acquisito in America, sulla beat-generation, Jack Kerouac ed altri inquieti giovani intellettuali di quel periodo. Abbiamo tanto insistito nel chiedere una biblioteca fino a quando è nata nel 1969 con la prima sede nel corso Umberto accanto al Municipio. Con l'inaugurazione della Biblioteca è nato un altro giornale, "Trentagiorni" come organo della stessa Biblioteca e che è stato utile per incentivare in quella sede mostre di pittura, incontri culturali e politici, anche se il giornale non è durato a lungo.»
Il giornale uscì in tre numeri unici il primo con 7 pagine, come già detto, nel marzo, il secondo a maggio e il terzo a luglio del 1969, con 10 pagine; veniva stampato a Sciacca dalla tipografia "Saccense" e tra le firme degli articoli leggiamo: Franco Messina, Cesare Sermenghi, Gaetano Bonifacio, Damiano C. Leone e Salvatore Sanfilippo, Antonino Cremona, Agostino Spadaro ed altre firme con sigle e pseudonimi.


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