martedì 21 luglio 2015

La musica a Ribera: prima puntata - Gli inizi

La musica a Ribera: Gli inizi

di Raimondo Lentini

parte prima




La musica come l'arte di combinare i suoni in maniera melodiosa ha origine antichissima, infatti, per gli uomini primitivi, aveva anche un carattere magico.
Col perfezionamento che si è avuto nei secoli più vicini a noi e con la sua "emancipazione" formale, costituisce ancora oggi elemento di gioia, di lutto, di eccitazione, ma soprattutto di educazione alla bellezza e all'armonia spirituale.
Un tempo vi era una musica elevata di cui potevano usufruirne solo i cultori ed i ricchi eseguita con strumenti nobili ed una per il popolino più folcloristica ed eseguita con pifferi, cornamuse, e altri strumenti quasi rudimentali, che col passare del tempo si raffinarono sempre di più.
La prima Corporazione musicale venne costituita a Vienna nel 1268 come la "Confraternita di San Nicola”. Sull'esempio dell’Austria successivamente anche in Germania si costituirono bande regolari di musicanti e questi complessi erano costituiti da strumenti semplici come pifferi, flauti, ciaramelle, viole, tamburi e trombe.
Suonatori di strada
Queste primordiali bande musicali, come del resto tutte le altre confraternite o corporazioni si reggevano mediante statuti e regolamenti che venivano fatti, in genere, con rogiti da pubblici notai. Ma le prime bande più simili a quella a cui siamo abituati a vedere oggi incominciarono a nascere in seno agli eserciti. Sappiamo infatti che nel 1763, si costituirono bande musicali militari con organici ben definiti nelle predette figuravano: oboi, clarinetti, corni, fagotti, flauti, trombe, controfagotti, serpentoni, oltre naturalmente ai tamburi.
Nei secoli passati vi furono anche dei suonatori "raminghi", in quanto giravano per i paesi e per le piazze con strumenti poveri e allietavano le feste comunali o i matrimoni, i battesimi e anche per i funerali. Questi molto spesso erano ciechi accompagnati da un figlio o da qualche ragazzo preso in “affitto” al padre che guidava il non vedente, chiedeva l’elemosina e apprendeva il mestiere. Quindi persone che, non potendo fare altri lavori manuali, venivano avviati alla musica e al canto.
A Ribera, a proposito di suonatori ciechi, abbiamo trovato negli atti del notaio Pellegrino Genova una obbligazione del 24 novembre 1744 con cui mastro Gaspare Chibaro di Ribera si impegna ad andare insieme al maestro Filippo Restivo, cieco nato, di Palermo "in tutte quelle terre e città di questo Regno portando seco il suddetto di Chibaro il suo violino e sonare con il detto di Restivo, affine suddetto di Restivo cantare, dire, recitare orazioni, istorie, canzoni ad laude, honor et gloria Dei et Sanctorum ac Animarum Sancti Purgatorij…”.

Per quanto invece riguarda i piccoli complessi musicali abbiamo notizie certe pure fin dal '700. Naturalmente le feste erano le occasioni più importanti per ascoltare un po' di musica e per questo nella Pasqua del 1760 vennero suonati pifari, trombetta, e violini.
In quella nel 1781 al Maestro Vincenzo Patti di Cattolica e compagni vennero date 2 onze da Calogero Marsalese Governatore della confraternita del SS. Rosario, per aver suonato con violini, corni di caccia e flauti traversi, mentre il tamburo veniva suonato da Antonino Valenti, pure di Cattolica, il Sabato Santo e la mattina di Pasqua.
Un'altra occasione per ascoltare della musica si aveva in occasione della morte di una persona, specie se abbiente. Infatti per la morte del sacerdote Luca Colletti nel 1741 tra le spese il rev. don Giovanni Greco dice di aver pagato anche alli piffarari. Sembra, quindi, che il feretro nel '700 venisse accompagnato dai soli pifferai.
La banda musicale rimane fino al 1800 circa, come si è detto, un corpo integrato nelle forze militari che davano sempre primaria importanza ai tamburi che si posizionavano in prima fila durante le parate e le battaglie.
Le bande musicali paesane invece fioriscono nella metà del 1800 con le piccole esecuzioni, in strada o nei giardini pubblici, delle arie più famose d’opere liriche del momento, facendole conoscere gratuitamente al popolo che non poteva permettersi una poltrona in teatro. (continua)
21 luglio 2015

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