venerdì 1 novembre 2013

I Bona baroni di Scunda

La famiglia Bona, secondo il Ciaccio è originaria, di Mondovì, come ci riferisce nel suo libro "Sciacca. Notizie storiche e documenti": "Il primo che venne in Sicilia fu un Antonino, portando con se un vistoso contante, e fermando la sua residenza in Morreale. Quivi sposando Contessa Plaja procreò Filippo, che nel 1585 prese in moglie Francesca Costa e divenne padre di Ambrogio, da cui nacque Filippo, che ne’ primi anni del 1600 fu investito del titolo baronale di Scunda (o Rahalmaimone), e nel 1648 sposò Filippa Destefano. Da costoro ne vennero diversi figli, che si domiciliarono in vari paesi e città dell’Isola, imparentandosi con primarie case aristocratiche. Colui che impiantò qui la famiglia fu probabilmente Ambrogio, sposatosi nel 1675 con Caterina Gerbino, da cui nacquero Gioacchino e Giuseppe, e da costui Aurelio, che fu il primo ad aversi la baronia del Giardinello, tramandandone il titolo ai suoi discendenti, dei quali ultimo fu il baroncello Francesco, morto scapolo a’ 15 giugno 1879, con cui si estinse la famiglia, non restando che tre femmine, una delle quali moglie allo avv. Salvatore Vassallo, che è stato giudice di questo Tribunale e Presidente della Congregazione di Carità. Pel matrimonio di Francesco con Aurelia Tagliavia, celebratosi a’ 26 marzo 1818, questa famiglia vantava un diritto sul marchesato di San Giacomo. Di essa sono stati Giurati: Gioacchino nel 1714 e 1715: Aurelio nel 1762: Filippo nel 1777: altro Gioacchino nel 1809: Michele nel 1812, e costui nel 1820 fu pure Deputato al Parlamento."
Mentre il Mango Casalgerardo nel suo Nobiliario di Sicilia ci dice: "Questa famiglia pare che abbia avuto sua dimora anche in Palermo, trovando nell’anno 1574-75 giudice capitaniale di questa città un Antonino Bona; e negli anni 1609-10-11 un Gaspare con la carica di giudice della Gran Corte; però fissò sua stabile dimora nella città di Bisacquino. Un Filippo de Bona è il primo di questa famiglia che troviamo investito del feudo di Racalmaimone o Scunda con titolo di barone, feudo e titolo che trasmise al figlio Ambrogio il quale morì nell’aprile del 1694 e venne sepolto nella cattedrale di Bisacquino. Fu Ambrogio padre di altro Filippo che veniva a 26 marzo 1695 investito della baronia di Racalmaimone o Scunda, baronia della quale all’abolizione della feudalità troviamo investito (a 10 dicembre 1789) Giuseppe Bona. Con decreto ministeriale del 12 aprile 1901 il detto titolo di barone di Realmainone (Racalmaimone) ossia Scunda venne riconosciuto in persona di Giuseppe Emanuele Bona. Possedette, e forse ancor oggi possiede, questa famiglia il titolo di barone di Giardinello, del quale troviamo ultimo investito Filippo Bona e Fardella a 31 gennaio 1775."
Quindi se il ramo di Ambrogio baroni di Giardinello prese dimora a Sciacca nel '600, nell'800 l'altro ramo rappresentato da Emanuele, quello dei baroni di Scunda si trasferì da Bisacquino a Caltabellotta, proprio dove si trova il feudo di cui erano signori.
Il primo barone di cui si ha notizia che ebbe il feudo fu Bernardo Inveges che era anche possessore di Calamonaci (feudo) nel 1296.
Dopo varie successioni venne acquistato da Filippo Castiglione nel 1635 e nel 1642 il notaio Francesco Di Stefano lo acquistava dall'abate Antonino Castiglione.
Il Di Stefano dotava la figlia Filippa del feudo ed essa andava in sposa a Filippo Bona. L'investitura porta la data del 10 ottobre 1649. 
Il feudo passò di padre in figlio in questo modo: nel 1672 ad Ambrogio, nel 1695 a Filippo, nel 1716 a Giuseppe, nel 1776 ad Emanuele, nel 1789 a Giuseppe.
Questo Giuseppe aveva sposato a Palermo nella parrocchia Kalsa nell'ottobre del 1785 Giuseppa Pastori di 27 anni figlia di Pietro e Brigida Fraccia.
Giuseppe fu l'ultimo dei Bona che abitò a Bisacquino, e suo figlio Emanuele, nato a Palermo nel 1794, venne a sposarsi a Caltabellotta il 5 ottobre del 1835 con donna Maria Carolina Montalbano figlia del barone di Castellaci, Monte Ilare e Villamena don Pellegrino e di donna Paola Concetta Grisafi e vi pose la dimora sia in paese (di cui tuttora esiste il palazzo) che nello stesso feudo dove già essi venivano per amministrare i loro beni.
Emanuele fu anche sindaco del comune sia nel periodo borbonico, dal 19 gennaio 1856 al 31 dicembre 1858, che dopo l'unità d'Italia dal dal 20 aprile 1861 al 15 marzo 1862 e moriva sempre a Caltabellotta il 30 giugno 1863, mentre la moglie moriva il 30 dicembre 1875 all'età di sessantasei anni.
Ebbero quattro figli: Giuseppe, primogenito e successore al baronato, nato il 22 agosto 1836; Giuseppa Maria nata l'8 gennaio 1838 e morta il 4 febbraio 1895; Pellegrino nato il 24 marzo 1840, rimasto celibe e morto il 17 ottobre 1926 e Maria Concetta nata il 18 settembre 1848 e morta l'1 agosto 1849.
Il primogenito ed erede del titolo, Giuseppe, si sposava a Palermo il 14 gennaio 1874 con Maria Felicia Certa figlia di don Ignazio e di donna Maria Calogera Belli. Con decreto ministeriale del 12 aprile 1901 egli viene riconosciuto barone di Racalmaimone. Dal matrimonio nascono due figli: Emanuele nato l'1 gennaio 1875 e Maria Carmela nata il 21 gennaio 1876 e morta l'8 febbraio successivo, mentre la madre morì il giorno dopo in seguito alle complicazioni post partum. Il Bona restava vedovo e non si risposava più. Anche lui viene eletto sindaco. Muore a Caltabellotta il 31 marzo 1916.
Con lo stesso decreto del 1901 anche il figlio Emanuele veniva riconosciuto barone di Scunda. Egli visse per lo più a Palermo, ebbe due figlie che si sposano una con un Borsellino e l'altra con un Licata. Per la lontananza della famiglia da Caltabellotta le case vennero poco abitate e oggi sono in completo abbandono ed il tempo le sta rendendo ruderi.

Infine per quanto riguarda l'arma di famiglia, Ciaccio ci dice che era uno scudo diviso dall’alto in basso, nel cui lato destro rivelava un leone d’oro rampante con corona sul capo, sotto una fascia bianca ornata con tre fiori vermigli, in campo argento; e nel lato sinistro tre fasce orizzontali d’argento in campo azzurro.

2 commenti:

  1. Egeggi signori io vivo in Germania i miei avi discendono da Bisacquino un mio avo Gennaro Liguori sposò una Bona Rosina ( in famiglia si racconta che Rosina Bona era una discendete ) che sposando il Liguori Gennaro perse titoli ..mi potete aiutare su questo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Salve, ho trovato il matrimonio di Gennaro con Rosalia Bona ed il collegamento con la famiglia. Comunque anche i Liguori erano ricchi e avevano il titolo di 2don". Non so se è vera la storia dei titoli persi da Rosalia, ma possiamo ricostruire sia l'albero genealogico dei Bona che dei Liguori.

      Elimina