venerdì 1 novembre 2013

La baronia di Favarella

Don Bradamante (o Brandimarte) Morso era proprietario e possessore di alcuni territori siti in Caltabellotta denominati Spedale, La Ghissa e La Favarella; chiese ed ottenne l'infeudazione di questi terreni al re Filippo II il 22 luglio 1575 e il titolo venne denominato "Baronia di Favarella". Egli moriva a Palermo il 29 giugno 1589 a 54 anni.
Di chi fosse figlio questo Bradamante non risulta dai testi editi, però abbiamo trovato un atto stilato dal notaio Pastamolla di Caltabellotta datato 3 settembre 1525 in cui si dice che tempo prima era stato contratto matrimonio tra Margherita Turano figlia del nobile Giovanni e della fu Costanza ed il nobile Nicola Morso. In tale atto leggiamo che il matrimonio era stato contratto a Palermo e l'atto dotale era stato fatto dal notaio Antonino De Aiuto il 28 aprile 1524. Margherita Turano doveva essere di Caltabellotta e probabilmente aveva portato in dote i territori di cui abbiamo parlato sopra; a loro era succeduto il figlio Bradamante il quale fece elevare i territori a baronia e ne acquisì il titolo.
Dal Ciaccio abbiamo notizia, inoltre, che un Pompilio Morso figlio di Nicolò e Margherita di Palermo (quindi probabile fratello di Bradamante) si sposa il 20 marzo 1576 con Claudia Buondelmonte.
Nessuno della famiglia ha poi abitato più stabilmente a Caltabellotta, ma probabilmente vi si recavano per amministrare i loro beni e così occasionalmente vi si ritrovavano. Come ad esempio il 29 marzo del 1683 si sposò a Caltabellotta donna Anna Morso figlia del barone don Nicola e di donna Margherita Adamo con il cugino don Adamo Adamo figlio di don Girolamo e di donna Antonina Maurici da Mazara e abitante a Palermo.
Occasionalmente qualche persona notabile li chiamava per fare da padrini  come è successo per il battesimo del futuro arciprete di Caltabellotta Pellegrino Muscarnera nato l’11 marzo 1756 da don Giuseppe e donna Anna Pampinella e battezzato il giorno dopo dall’arciprete Genova che ha avuto come padrini donna Giuseppa Morso e Vanni, baronessa di Favarella, e il figlio don Girolamo Morso e Vanni di Palermo.
L'ultima investitura venne fatta a don Giuseppe Morso Parisi il 2 ottobre 1807 il quale si era sposato il 9 maggio 1784 con Angela Sartorio Barzellini. A loro successe il figlio Girolamo nato nel 1787 ma non ci sono state altre investiture.
Secondo il Mango Casalgerardo (Nobiliario di Sicilia) la famiglia dovrebbe essere "originaria di Firenze, portata in Sicilia da un Fiorello ai tempi di Ferdinando il Cattolico. Un Giovanni acquistò da Troiano Abbate e Calcerando Corbera la terra e castello di Gibellina; un Brandimarte, con privilegio dato a 22 luglio esecutoriato a 28 novembre 1575, ottenne il titolo di barone di Favarella ed egli stesso tenne la carica di senatore di Palermo nel 1578-79, 1584-85; un Gerardo fu governatore del Monte di Pietà nel 1579; un Nicolò fu senatore di Palermo nel 1607-8; un Antonino, barone di Gibellina, fu deputato del Regno, capitano di giustizia di Palermo nel 1615-16 e, con privilegio dato a 17 gennaio esecutoriato a 28 febbraio 1619, ottenne il titolo di marchese di Gibellina; un Diego fu primo barone del Mezzograno in sua famiglia; un Francesco-Marchisio, marchese di Gibellina, con privilegio dato a 4 febbraio esecutoriato a 16 maggio 1643, ottenne il titolo di principe di Poggioreale; un Gaspare, principe di Poggioreale nel 1650 fu cavaliere dell’ordine di Alcantara; un Pietro, principe di Poggioreale, ecc. fu cavaliere dell’ordine di San Giacomo, vicario generale e maestro di campo, deputato del Regno e pretore di Palermo nell’anno 1679-80; un Matteo, barone del Mezzograno, fu senatore di Caltagirone nel 1661-62 e capitano di giustizia della stessa città nel 1663-64; un Pietro, principe di Poggioreale, fu pretore di Palermo nel 1681; un Diego, barone di Mezzograno, fu senatore di Caltagirone nel 1691 e capitano di giustizia nell’anno 1701; un Giovan Francesco, principe di Poggioreale, ecc. fu capitano di giustizia di Palermo nel 1693-94, deputato del Regno nel 1720, pretore di Palermo nel 1728, colonnello negli eserciti di Spagna, governatore di Marsala, generale di battaglia nel 1733, commendatore dell’ordine di Calatrava, generale delle galere di Sicilia, ecc.; un Francesco Morso e Leggio, barone del Mezzograno, fu capitano di giustizia di Caltagirone negli anni 1735-36-37-38 e 1754-55; un Nicolò, dei baroni di Favarella fu rettore dell’ospedale grande di Palermo nel 1741, ecc..
Arma: di rosso, al braccio vestito di verde movente dal capo, impugnante con la mano di carnagione un morso di cavallo d’oro."

Raimondo Lentini

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