mercoledì 10 giugno 2015

GIUSEPPE NICOTRA 
Poeta favarese


Tra i libri di mio fratello Giuseppe, morto a 21 anni nel 1970 dopo lunga malattia, ne avevo trovato uno di poesie dal titolo “I colpevoli” di un certo Giuseppe Nicotra, che per molto tempo ho creduto fosse suo compagno di scuola o di giochi, ma che poi ho scoperto che aveva 11 anni più di lui. Non so che rapporti avessero i due ma nel libro c’è la firma autografa dell’autore, sicuramente facevano parte della stessa compagnia di amici.
Io non avevo la vena poetica classica di mio nonno Raimondo Lentini, ma leggendo e rileggendo le poesie del Nicotra mi ci rispecchiavo sia per carattere introverso e melanconico e così ogni tanto componevo delle poesie ispirandomi alle sue. Per questo motivo ho tenuto e tengo ancora l’opuscoletto del Nicotra conservato come una reliquia: mi fa ritornare alla mia infanzia rattristata prima dalla morte di mio padre e poi da quella di mio fratello Giuseppe più grande di 10 anni di me. Giuseppe Nicotra era nato a Favara il 9 maggio del 1938 da Salvatore e Rosa Saieva. Negli anni 70 aderisce al gruppo ADES. Con il pittore Vincenzo Patti, noto acquerellista, ed il poeta dialettale Gaetano Quaranta, negli anni ‘80 fondò l’associazione culturale “Cormorano”. È morto il il 6 aprile del 1992. (vedi G. Cilona, Uomini di Favara)
Raimondo Lentini


La Via n. 8 Agosto 1968

I COLPEVOLI
raccolta di poesie di GIUSEPPE NICOTRA
L'AUTORE 
È uscita, coi tipi della Bino Rebellato Editrice la prima raccolta di poesie di un nostro giovane concittadino: Giuseppe Nicotra.
Forse parecchi nostri lettori per la prima volta sentono il nome di Nicotra, nonostante egli da parecchio tempo si dedichi all'arte con passione: ciò dipende certamente, in gran parte, dalla natura del nostro autore schiva da ogni forma di pubblicità e di arrivismo a qualsiasi livello.
La sua attività, infatti, meriterebbe tante simpatie, tanta comprensione per ciò che di buono già contiene e per ciò che di migliore potrà darci in ulteriori produzioni e sbocchi artistici.
La raccolta pubblicata va sotto il titolo de "I colpevoli". Gli appunti che sto per fare non vogliono essere una recensione, né un encomio di convenienza, né la facile critica di un superficlale; ma solo le impressioni di un lettore che conosce un po' l'autore, che ha scambiato pareri e punti dl vista con lui, che ha raccolto, mentre in un occasionale convivio si leggevano alcune liriche pubblicate, critiche positive e no, consensi e dissensi dei circostanti.

OPERA AUTOBIOGRAFICA 
La caratteristica fondamentale che balza evidente dalla raccolta è il sincero carattere autobiografico che promana da ogni pagina, da ogni lirica, da ogni verso: Giuseppe Nicotra, il modesto ragazzo dell'ultimo banco dei giorni di scuola, è il vero protagonista de "I colpevoli", con le sue ansie, i suoi dolori, le sue nostalgie, le sue accuse, le sue pene, i suoi dinieghi.
Un protagonista prigioniero tra grigie pareti senza aperture, senza appigli, tra mura insormontabili costituite dall'indifferenza della società, dall'incapacità di adattarsi agli schemi convenzionali, dal disagio di vivere, dal rifiuto del compromesso, dalle negazioni che man mano si vanno sommando, lasciando il nostro allo scoperto da ogni difesa, solo, tristemente solo, paurosamente solo.

UN PROTAGONISTA AL BUIO
Un protagonista al buio! Buio profondo, buio spaventoso, buio nel quale o si muore o si scava ancora disperatamente con la mani, col cuore, coll’intelletto, con la fede, fino a ritrovare il primo spiraglio di luce, tenue tenue, ma capace di portare sù, sù a sorgenti di luce sempre più luminose.
Troppo buio, in atto, nella poesia di Nicotra!
Ma l'artista è giovane, pur nella antichità delle amarezze e delle tormentate riflessioni. Ed egli stesso non esita a confessare che la maturazione è di là da venire, anche se vicina; e con la maturazione possono arrivare l'equilibrio artistico, il superamento di attuali incoerenze e contraddizioni, la riscoperta di certi valori, l'apprezzamento di antichi e nuovi ideali o almeno "le trascendenti illusioni" di foscoliana memoria.
Del resto un fugace accenno il verso di chiusura della lirica “Ho rifiutato la segnaletica vigente", può già voler dire qualcosa:
“Un pugno di pagine bianche resta per noi".

IL NOSTRO AUGURIO
E allora, caro Nicotra, potranno essere nel tuo canto l'umano nobile sforzo, riesca o non riesca, di sollevarsi dalle miserie materiali e morali, la dignità di un lavoro il quale dia sollievo a chi lo esegue e a chi lo richiede, il calore di una famiglia in cui vicendevoli siano l'affetto e la comprensione, una fede da abbracciare che supplisca alla debolezza dell'umano intendere.
L'arte così troverà in so stessa, nolle vicende umane, nella natura, in
Dio anche motivi di pacata serenità, di vita e di gioia e non solo di morte o di dolore.
In "Abbattimento" il poeta così si esprime:
“………………………….Lasciate
io cada sfinito tra sassi;
lasciate che gli altri
raggiungano in alto da primi; 
io non ho forza per fare altri passi,
io non ho voce per chiamare aiuto
o non ho casa per tornare indietro. 
Andate avanti
senza di me.
Sento ch'è inutile vincere l’erta,
sento che ai limiti di questo cammino
c'è il vuoto silenzio”.

A questi versi così belli, ma troppo amari, rispondiamo con altri versi pur belli, pur amari, ma con un orizzante. Sono di un grande poeta americano, James Langston Hughes e li trascriviamo con l'augurio che nel domani artistico le poesie del Nicotra - siano sempre più belle e possano anch'esse contenere una luce ed un invito a sperare nella vita:
“………….. ti dirò che la mia vita
non è stata una scala di cristallo,
ma una scala di legno tarlata,
con dentro i chiodi
e piena di schegge,
e gradini smossi, sconnessi,…
Ma sempre ho continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte, 
ed ho voltato gli angoli di strade
……………. io continuo a salire,
tesoro mio, a salire…
E la mia vita
non è stata una scala di cristallo.
LILLO ARANCIO

La Via n. 9 Settembre 1968

CONSENSI E DISSENSI
PER LA RACCOLTA DI POESIE “I COLPEVOLI” DI G. NICOTRA
I nostri giovani lettori non accettano passivamente quanto sentono e leggono, ma reagiscono, molto spesso con uno spirito critico veramente maturo ed equilibrato.
Perciò con piacere abbiamo ricevuto e attentamente letto due critiche prese di posizioni sulla raccolta di poesie di G. Nicotra, intitolata "I colpevoli”.
L'aver già pubblicato una nostra recensione dell'opera, non ci permette di pubblicare per intero i due scritti di GIUSEPPE GIUDICE e di GIUSEPPE SORCE. Ci scusino perciò se siamo costretti a pubblicarne solo alcuni brani, tra i più significativi.
Ci congratuliamo intanto con loro e li ringraziamo sentitamente.
Il Direttore


… Il Nicotra macera il suo dolore in un'ansia spasmodica, continua
che non gli lascia il tempo di curare la forma e l'estetica delle liriche, tutto teso ad una febbrile ricerca di se stesso, ad un immane sfogo dell'anima, sfociando nel frammento, nel singhiozzo della lirica stessa.
… Il fermento della vita attuale, l'invasione del progresso tecnico, che rischia di ridurre l'uomo ad un automa, hanno creato nell'individuo moderno stanchezza, perplessità, quasi impotenza dinnanzi agli effetti di una civiltà meccanizzata, onde l'essere umano si sente minuscolo, in difeso e volge lo. sua attenzione a certe pieghe nascoste dello spirito, a certe sensazioni dell’animo, ove la macchina non può ancora arrivare.
Per questo motivo la poesia di Nicotra è viva e attuale, in quanto ci
presenta fenomeni scaturiti da questa ansia dilagante verso una profonda continua ricerca interiore.
… Da un esame superficiale delle poesie del Nicotra non trapela alcun ideale; ma lo. sola forza di scrivere versi e pubblicarli, per di più a Favara, dimostra che nel nostro amico c'è l'ideale della poesia, di una poesia che ha bisogno di comprensione, che cerca un alito di speranza… In esse sembra ci sia l'annuncio che questo vuoto, questo sconforto ricerchino ideali eterni ed eccelsi…
GIUSEPPE GIUDICE

… Qual è il motivo fondamentale che anima la poesia di Nicotra?
Non si può dire che sia l'amore oppure l'ansia, ma è tutta la vicenda umana e poetica del nostro concittadino che sta alla base della sua composizione: un "animo tormentato senza luce"!
… Egli ha perduto, pur non volendo, la fiducia in ogni ideale in quanto deluso da tutto e da tutti, dalla società e dall'amore… Perciò egli si sente solo e tende a chiudersi pur non volendo, nella sua inquietitudine interiore.
… L’opera pecca di un autobiografismo eccessivo…; mentre dovrebbe aprirsi ad una visuale più ampia ed universale: si ha la vera poesia quando il mondo spirituale che essa rispecchia sia, oltre il mondo dell'autore, anche quello dell'umanità, sicché il lettore, leggendo quella determinata poesia, vi veda precisamente il dramma umano che egli stesso, forse, vive.
… L’augurio: che il Nicotra ritrovi quella luce che gli è venuta meno e che può trovare soprattutto nella fede cristiana che rasserena tutti gli animi tribolati ed avviliti.

GIUSEPPE SORCE

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