Pellegrino Ragusa Barone di S. Simone
A Sciacca nacque e visse Pellegrino Ragusa barone di S. Simone, anch'egli come gli altri baroni di cui abbiamo parlato precedentemente apparteneva ad una famiglia che aveva conquistato la nobiltà con il denaro.
I Ragusa di Sciacca, comunque, venivano da Caltabellotta come lo stesso Ciaccio ci dice: "Di questa famiglia fuvvi un ramo, discendente da Caltabellotta, appartenente alla nobiltà; e poiché alcuni di essi portavano il nome di Cirillo furono detti i baroni Cirillo. Il titolo baronale l’avevano sopra il feudo San Simeone comprato nel 1791 da don Pellegrino, il quale ne fu investito con privilegio del 3 settembre 1791, firmato dal viceré Principe di Caramanico. Il detto don Pellegrino fu capitano d’armi nel 1808 e giurato nel 1810, e due anni appresso si ebbe quest’ultima carica Cirillo. Un Giuseppe, dottore in Teologia e professore in ambo i diritti, fu qui vicario foraneo e dei monasteri, il quale nel 1809 ebbe concesso per se e suoi il diritto della sepoltura in questa chiesa di S. Domenico, ove si osserva la bella lapide in marmo con la iscrizione." (M. Ciaccio, Sciacca. Notizie storiche e documenti, Sciacca 1988).
Il capostipite si chiamava Francesco sposato intorno al 1640 con certa Angelica, il quale non aveva nessun titolo, mentre il figlio Domenico all'epoca del matrimonio era "mastro", ma non sappiamo che mestiere svolgesse. Era nato a Caltabellotta il 5 marzo 1643 (padrino di battesimo il not. Vincenzo Canduscio) e si sposava il 28 novembre 1666 con Felicia Colletti figlia del fu mastro Filippo e di Diana Angela Canduscio.
Nel giro di due generazioni la famiglia fa un salto di ceto, infatti il loro figlio Cirillo viene avviato agli studi giuridici a Palermo e diventa notaio e, nel 1729, proconservatore a Caltabellotta. Egli era nato a Caltabellotta il 29 novembre 1684 e si sposava sempre a Caltabellotta il 5 giugno 1707 con Giuseppa Daino figlia del fu Benedetto e di Leonarda. I suoi registri iniziano nel 1706 e finiscono nel 1752 quando moriva il 21 settembre.
Uno dei suoi figli, Pellegrino, era nato a Caltabellotta il 13 dicembre 1726, si laureò in ambedue i diritti e si sposò ad Agrigento nella parrocchia di S. Michele il 10 ottobre 1750 (nell'atto di matrimonio risulta essere di Caltabellotta e per qualche tempo abitante a Sciacca) con donna Costanza Amico figlia del fu don Giambattista e donna Francesca Sileci.
La famiglia Ragusa fino a questo periodo abitava ancora tra Sciacca e Caltabellotta, mentre il figlio di questi, Cirillo, nasceva a Caltabellotta il 16 aprile 1753, si sposava a Castelvetrano nella Chiesa Madre il 22 ottobre 1774 con donna Giovanna Di Blasi figlia del fu don Girolamo barone di Salina e di Girolama Carlino; questi si trasferiva definitivamente a Sciacca. Il Ciaccio ci dice anche il palazzo dove andavano ad abitare: "La casa Ragusa, che guardasi di fronte, salendo il Corso Garibaldi. Fu già della ricca e baronale famiglia Ragusa; e si possiede oggi dal cav. Vincenzo De Stefani‑Falco, il quale, assai ricco, e buon cultore dell'architettura e della pittura, l'ha tutta riformata, meno che nel prospetto. Vi si trovano de' dipinti da lui eseguiti e alquanti quadri di buoni autori." Cirillo moriva a Sciacca il 14 novembre 1813 e la moglie il 16 ottobre 1821 all'età di 65 anni.
Finalmente il figlio di Cirillo, Pellegrino nato a Sciacca il 22 e battezzato il 23 agosto del 1775 nella parrocchia di S. Vito (il padrino su procura fu Carlo Cottone principe di Villarmosa) diventava barone di S. Simone ed il San Martino De Spucches ci dice testualmente al quadro 985: "Pellegrino Ragusa ottenne la concessione di questo titolo di Barone sopra allodio con Diploma del 3 Settembre 1791, e ciò per sé e suoi discendenti (Cons. Reg., Mercedes, libro del 1791-92, f. 45). È lo stesso che col predicato di Casale era posseduto da Nicolò Priulla; questi non avendo pagato i donativi, ebbe confiscato il titolo che, a mezzo della Deputazione del Regno, il Viceré vendette a detto Ragusa. Non ci sono ulteriori riconoscimenti."
Quindi Pellegrino si sposava a Sciacca nella Matrice il 23 febbraio 1800 con donna Elisabetta Planeta fu don Mario e di donna Elisabetta Solimena.
Pellegrino moriva a Sciacca il 5 dicembre 1820.
La linea maschile dei Ragusa si spegneva col di loro figlio Cirillo nato a Sciacca il 10 dicembre 1804 e ivi morto celibe il 23 dicembre 1839; questi fu senatore in Sciacca nel 1812-13.
Tutti i notai Ragusa che abbiamo avuto nella provincia sono di Caltabellotta: Mario che roga dal 1697 al 1699 a Caltabellotta; Cirillo suddetto dal 1706 al 1752; Alberto che roga dal 1781 al 1807 a Caltabellotta e Pellegrino che roga dal 1809 al 1871 a Caltabellotta. Infine Francesco, che roga a Ribera dal 1723 al 1736, era nato a Caltabellotta il 26 ottobre 1696 da mastro Crispino e Biagia Todaro, si trasferiva a Palermo per compiere gli studi di giurisprudenza. Nel 1723 lo troviamo a Ribera e due anni dopo, l’8 febbraio 1725, sposava la riberese Anna Maria Aiello figlia di Giuseppe e di Rosa Piraneo e moriva sempre a Ribera il 5 dicembre 1736. Il di lui padre, mastro Crispino, era pittore, notizia che apprendiamo dal Ciaccio nell'opera sopra citata e come ci riporta anche Ignazio Navarra (Arte e storia a Sciacca, Caltabellotta e Burgio dal XV al XVIII secolo): "All'Aversa appartiene un affresco, un tempo nella chiesa di S. Michele Arcangelo, raffigurante S. Michele che scaccia Lucifero dal cielo eseguito con l'aiuto del pittore Crispino Ragusa di Caltabellotta."
Infine il Mango Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, ci riporta tutte le altre famiglie Ragusa che godettero nobiltà in Sicilia e l'arma: "Godette nobiltà in Palermo, Caltagirone, Mazzara, ecc. Un Guglielmo possedette il feudo Gomerino in Malta, di cui ottenne conferma a 17 giugno 1320; un Antonio, da Caltagirone, con privilegio del 4 novembre 1578, ottenne concessione del titolo di regio cavaliere; un Giovan Antonio fu giurato in Mazzara nel 1582-83; un Gaetano fu giudice pretoriano in Palermo nell’anno 1728-29, del tribunale del Concistoro nel 1732, della Gran Corte nel 1741-42; un Cirillo fu proconservatore in Caltabellotta nel 1729 e tale carica tenne, nel 1734, in Mazzara un Giovanni; un Giovanni Ragusa e Spatafora fu prefetto in Mazzara nel 1745-46; un Biagio fu giudice pretoriano in Palermo nel 1751-52 e del tribunale del Concistoro nel 1773-74-75; un dottor Giuseppe è proposto a 10 settembre 1764 tra i nobili da far parte della mastra di Milazzo; un Giovanni Ragusa e Roblebillo nel 1765-66 è tra i nobili da squittinarsi in Mazzara; un Pellegrino, da Sciacca, a 3 settembre 1791 ottenne il titolo di barone di S. Simone; un barone Cirillo fu senatore in Sciacca nel 1812-13.
Arma: d’azzurro, al monte di tre cime d’oro, quello di mezzo cimato da un castello dello stesso torricellato di tre pezzi; con una bandiera d’argento svolazzante a sinistra ed un sole nascente d’oro (ramo di Mazzara); d’azzurro, all’aquila spiegata d’argento, nascente dalla fiamma di rosso (ramo di Palermo)."
Raimondo Lentini
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