martedì 28 luglio 2015

La musica a Ribera: decima puntata - Banda musicale, elemento di civiltà di un paese

La musica a Ribera: Banda musicale, elemento di civiltà di un paese

di Franco Mascarella

parte decima


In "Momenti di vita locale" N. 384 del 12 Ottobre 1997

Banda musicale, elemento di civiltà di un paese

Tre complessi bandistici, più di cento elementi. Un paese si può trasformare anche valorizzando queste forme artistiche. Ne parliamo con Giuseppe D'Anna, capobanda della "Washington Navel" 
di Franco Mascarella 

Le bande musicali non sono le parenti povere delle orchestre sinfoniche, semmai possono assurgere a simbolo della civiltà dei piccoli centri, da contrapporre a quella delle metropoli. Il guaio è che molti di questi piccoli centri, presi in giro dalla tv con la storia del "villaggio globale", vi hanno rinunciato mentre alcune città fortunate si tengono ben strette le loro orchestre sinfoniche. Ribera ha la ventura di annoverare tre complessi bandistici, che a denti stretti hanno resistito alle frustate del "villaggio globale", sostenuti dalle feste dei santi patroni e da qualche funerale. Ora che questi ultimi si fanno alla chetichella, restano soltanto i santi patroni, che, nonostante la loro carica protettiva, sono insufficienti a dar fiato alle trombe. Opportunamente, quest'estate è intervenuto il Comune che ha commissionato dei concerti all'aperto. È questa la strada perché le bande ritornino ad essere l'emblema della civiltà del nostro paese, ed è tutta da percorrere. Ne parliamo con Giuseppe D'Anna, capobanda della "Washington Navel"; nelle prossime puntate sentiremo anche i responsabili degli altri due complessi, i maestri Cappello e Caramazza. 


«Ogni complesso bandistico - dice D'Anna - è sempre stato di primaria importanza nelle celebrazioni popolari, capace di rinvigorire l'identità e la comunione di un popolo». 
Parole elevate, candidamente retoriche, ma che non si possono apprezzare a pieno se non si e, almeno una volta nella vita, stati parte di un coro, seppure stonato, o di uno scalcinato complesso musicale. Immergiamoci in esse: «La banda ha la capacità di ridare all'uomo la pienezza del suo essere, la padronanza ragionata di ogni sua azione, la forza e la gioia dell'emulazione nello spirito artistico, che si realizza nelle piazze e nelle sale dei concerti». 
Non ci credete? Provate, allora, ad andar dietro a una banda mentre gira per le strade di un paese, e osservate a uno a uno i suoi componenti. 
Giuseppe D'Anna ha "ereditato" 20 anni fa la banda dal maestro Enzo Cinà, insieme a Cappello e al capobanda Salmeri. Aveva, allora, sedici anni e siccome faceva studi di ragioneria i due coeredi gli affidarono la contabilità. «Nei primi anni '80 - racconta - la banda aveva raggiunto il suo massimo sviluppo sia dal punto di vista artistico che come numero: più di quaranta elementi. Facevamo molte feste di paese, che comprendevano anche la "musica al palco": Calamonaci, Siculiana, Caltabellotta e raggiungevamo persino le provincie di Catania e Messina». 
Nell'84, ahimé, una scissione, e poi da quell'altro gruppo un'altra scissione. «Così oggi ci sono tre bande»: contabilizza, senza scomporsi, il ragioniere D'Anna. Non interessa qui sapere le cause che hanno portato a quel risultato, anche perché i tre complessi vivono in armonia, e non da oggi: «Già nell'86 trovammo un accordo perché i servizi funebri e le feste locali si facessero a rotazione; e successivamente un altro accordo permise lo scambio di elementi in caso di necessità». 

Quest'estate avete fatto tre concerti a "reti unificate". Cioè, lei, i maestri Cappello, Caramazza e Miceli avete diretto un'unica banda di 80 o 90 elementi. Si va verso il riaccorpamento? 
No. È stata una scelta dell'Amministrazione comunale. Io sono del parere che se i tre complessi si fossero esibiti singolarmente ci sarebbe stata una maggiore varietà di offerta musicale, un maggiore spirito di emulazione e - senza nulla togliere al successo di quelle serate - risultati qualitativamente migliori».

Quest'estate abbiamo avuto un felice ritorno della musica al palco. Perché non se ne faceva da tempo? 
«In provincia di Catania e Messina ancora oggi viene eseguita davanti a folle che gremiscono le piazze. Nella nostra provincia, purtroppo, questo non succede. E così anche a Ribera, che mostra poca attenzione alle sue tre bande, nonostante la presenza di un Istituto musicale. Poche le vocazioni a entrare in banda, i giovani cercano altri hobby». 

Nelle bande di altri paesi suonano anche le ragazze, a Ribera no. Come si spiega? 
«È una nostra scelta. La presenza femminile crea innanzitutto difficoltà logistiche. Quando andiamo a suonare fuori ci adattiamo a dormire dove capita, nelle scuole che ci mettono a disposizione per esempio. E poi ... possono succedere cose che non devono succedere. Meglio evitare». 

A che età si può entrare in una banda? 
«A 10 - 12 anni». 

Come avviene la scelta dello strumento? 
«IL maestro chiede quale tipo di strumento il ragazzo desidera suonare, poi fa una valutazione in base al tipo di labbro, alla lunghezza delle dita. Un labbro robusto è adatto a uno strumento di ottone. Ma sono importanti anche le esigenze della banda: se ci sono già dieci trombe si orienta verso uno strumento che manca». 

Quali sono gli strumenti più richiesti? 
«La tromba e il sax». 

Lei quando ha cominciato? 
«Nel '71, a 10 anni, col maestro Cinà. Ho iniziato con la tromba, poi sono passato al basso, sia per problemi salivari che per esigenze numeriche. Ma sono contento di aver cambiato, perché questo strumento mi dà tante soddisfazioni. Sono, infatti, richiesto frequentemente da tante bande del circondario, e persino della Calabria. E con le bande di S. Biagio Platani e Serradifalco sono andato anche in tournée in Francia e in Germania». 

Lei ha un titolo di studio musicale? 
«No. "Bandisticamente" non ho alcun titolo ufficiale; sono soltanto ragioniere, ma questo ha a che fare poco con la musica». 

E chi le dà l'autorità per dirigere una banda? 
«L'esperienza e l'averla amministrata fin dal '77. Nell'84, dopo la scissione, la banda era stata diretta dal maestro Schillaci e io ne ero il cabobanda. Schillaci 5 anni fa si è trasferito a Rimini, dove insegna, e quindi la banda è rimasta sulle mie spalle. Molti mi reputano un ottimo organizzatore». 

Di quanti elementi è composta la sua banda? 
«35, tutti riberesi. Il più piccolo, Rosario Zabbara, ha 14 anni, il più grande, Ambrogio Salmeri, 76. Nel passato abbiamo avuto elementi di 85 anni, come Antonino Tramuta, che suonava il flicorno contralto. Della banda fanno parte due diplomati in strumenti musicali, più altri tre o quattro che studiano per il diploma». 

C'è da guadagnare in una banda? 
«Non si può certo vivere di quest'attività, soltanto la passione ci può portare a fare certi grandi sacrifici. Nelle feste si comincia a suonare all'alba e si termina a notte inoltrata. Quel che ci danno - 70 o 80 mila lire al giorno a testa - non può neanche compensare una giornata lavorativa che supera spesso le 12 ore consecutive. A Siculiana, per esempio, la mattina si fanno 4 ore e poi alle tre del pomeriggio si esce in processione per rientrare alle tre di notte. 16 ore, di cui 12 di fila». 

E come fate per mangiare, per soddisfare le normali esigenze fisiologiche? 
«Facciamo i turni. È in provincia di Agrigento, comunque, che si fanno le feste più pesanti». 

Lei crede che sarebbe possibile organizzare regolarmente, tutto l'anno, dei concerti bandistici all'aperto alla villa comunale o in piazza Duomo? 
«Sarebbe il modo migliore per dare continuità a una tradizione musicale di tutto rispetto». 

E che cosa si può fare per promuoverli? 
«La cosa che più necessita è una sala per le prove. Quando accompagnavamo i funerali potevamo permetterei di affittarla. Oggi non più, per le prove dei concerti estivi è stato il preside Scrivano che ci ha consentito di utilizzare la palestra del Magistrale. Ma c'era caldo! Sarebbe necessario che il Comune assegni alle tre bande una sala, che serva solo per questo, perché noi dobbiamo lasciarci gli strumenti. L'attuale amministrazione comunale è stata sensibile nell'incoraggiarci a fare i tre concerti estivi e nel darci contributi per le feste locali e civili. Ci manca il contributo per fare attività didattica. Da due anni non diamo più lezioni ai bambini».
Giuseppe D'Anna, 36 anni, scapolo, capobanda, ragioniere, agente di viaggio. 


Quante cose può dare la banda…
Nel tempo presente, in cui il consumismo e il materialismo fanno dimenticare alla gioventù i veri valori dello spirito, la Banda svolge un ruolo di grande prestigio, perché ha il potere di produrre sentimenti di alto valore morale, spirituale e patriottico. La musica bandistica è cultura generale, equilibrio ritmico, inserimento sociale ed eleva lo spirito a nobili ideali. 
La tradizione e la storia della nostra Ribera si è sviluppata anche attorno a questo tipo di attività culturale, che sino ad oggi è perseguita da tanti giovani con grande passione e amore. Molti di loro hanno trovato uno sbocco di vita sociale ed economica, arrivando ad ottenere un diploma di Musica e inserendosi nell'insegnamento scolastico. Ribera conta un numero assai rilevante di strumentisti, che amano e fanno amare le note vibranti degli strumenti musicali. Non a caso è sede di un Istituto Musicale. 
Giuseppe D'Anna 


I componenti del complesso musicale "Washington Navel" 

D'Anna Giuseppe, Flicorno contrabasso in Sib 
Zabbara Rosario, Flauto in Do 
Zambito Giuseppe, Clarinetto piccolo in MiB 
Prof. Bono Giuseppe, I Clarinetto in SiB 
Prof. Giacomazzo Pietro, I Clarinetto in SiB 
D’Aiuto Francesco, I Clarinetto in SiB 
Arcuri Antonio, I Clarinetto in SiB 
Vaccaro Giuseppe, I Clarinetto in SiB 
Nocilla Vincenzo, II Clarinetto in SiB 
D'Angelo Calogero, II Clarinetto in SiB 
Pisciotta Ignazio, II Clarinetto in SiB 
Verde Enrico, II Clarinetto in SiB 
Salmeri Ambrogio, Sax tenore in SiB 
Carchì Giuseppe, Sax tenore in SiB 
Parinisi Michele, Sax tenore in SiB 
Maraventano Max, Sax contralto in MiB 
Di Leo Calogero, Sax tenore in SiB 
Cacocciola Angelo, Sax tenore 
Piazza Alessio, I Flicorno contralto in MiB 
Mongiovì Mariano, I Flicorno contralto in MiB 
Verde Marcello, I Flicorno contralto in MiB 
Renda Giuseppe, II Flicorno contralto 
Perricone Liborio, II Flicorno contralto 
Cusumano Vincenzo I Flicorno baritono 
Pipia Pellegrino, II Flicorno baritono 
Prof. Riggi Onofrio, Flicorno tenore 
Romano Gaetano, Flicorno sopranino in MiB 
Piazza Giuseppe, I Flicorno soprano in SiB 
Cusumano Giuseppe, II Flicorno soprano in SiB 
La Corte Giacomo, I Tromba in SiB 
Buoncuore Giuseppe, I Tromba in SiB 
Di Lucia Carmelo, I Tromba in SiB 
Maraventano Niki, II Tromba in SiB 
Tortorici Gerlando, II Tromba in SiB 

Palminteri Stefano, Tamburo 

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